STAZIONE INGANNI
LIU BOLIN
WIM DELVOYE
MICHELANGELO GALLIANI
ANDREA GALVANI
PIERO GILARDI
ALDO MONDINO
BRUNO MUNARI
VIK MUNIZ
DAVIDE NIDO
PINO PASCALI
ANTONIO TROTTA
Con grande entusiasmo la Galleria Giovanni Bonelli annuncia l'apertura della mostra collettiva Stazione Inganni, secondo appuntamento del nuovo spazio nei locali dell'ex-Binario Zero, nel quartiere Isola a Milano.
Una ristretta e accurata selezione di autori, significativi nel panorama italiano quanto internazionale, ma soprattutto delle opere esposte, emblematiche per qualità e unicità.
Partendo da una riflessione sui concetti di mimesi, gioco e simulazione, spostandosi nell'ambito dell'illusionismo
e della magia, si definisce un contesto nel quale artisti estremamente differenti per formazione ed esperienza coesistono in uno stesso spazio aprendo appositamente un dialogo sul tema. Un’occasione per vedere utilizzati i materiali più diversi, più o meno all’avanguardia, difficili da trattare per composizione
organica, durezza, asperità e talvolta troppo sfuggevoli, oltre alle tecniche più inaspettate e innovative applicate alla produzione artistica.
Se artisti come Liu Bolin o Andrea Galvani ingannano lo spettatore attraverso «immagini di immagini
» riflesse e finte spazialità, Aldo Mondino, Piero Gilardi e Pino Pascali ricercano lo straniamento del pubblico e accentuano questo effetto scegliendo sostanze spesso e volentieri “sperimentali” per le scienze dei materiali. Quando a metà degli anni sessanta Gilardi sceglie il poliuretano espanso per realizzare i suoi tappeti natura, apre indubbiamente la strada a Mondino, che circa vent’anni dopo inizia a usare l’eraclite – una particolare tipologia di truciolato - per realizzare altri tappeti, stesi. Sulla stessa scia e con altrettanta ironia si colloca il lavoro di Vik Muniz, forse uno degli artisti eclettici più apprezzati nel mondo. La sua fantasia non vede limiti nell’utilizzo di polvere, cioccolato, rifiuti, diamanti, caramello, segatura, zucchero e nonostante i rischi, il risultato è ogni volta una sorpresa.
Chi è davvero in grado di sfuggire a ogni etichetta è Bruno Munari, uomo stravagante quanto geniale, che è riuscito a fare del paradosso e dell’assurdo il suo “modus operandi”. Macchine inutili, libri illeggibili, forchette parlanti, sculture da viaggio, sono solo alcuni esempi dell’universo rovesciato di questo grande inventore.
Guardando il lavoro di Wim Delvoye alcuni scambieranno per pregiati piatti in ceramica le seghe circolari dipinte in stile azulejos, riposte e ordinate in lucide credenze lignee o le grandi cartine per mappe territoriali chiare e affidabili. Irriverente e caustica, l’opera di Delvoye riesce ogni volta a non essere banale ma anzi, consapevolmente affascinante.
Si riconoscono da lontano, le composizioni in colla termofusibile multicolore di Davide Nido, che nonostante la loro dimensione sintetica, riescono ad essere tremendamente optical e deliziosamente pop.
Infine, Michelangelo Galliani e Antonio Trotta cercano l’illusione ottica nel marmo, il primo attraverso sculture realizzate con la maestria e la precisione degli scultori di un tempo, il secondo, con «sculture impossibili«» in lotta con i concetti di spazio e tempo, in grado di generare malintesi per via di forma, dettaglio e plasticità del materiale stesso che le compone.
Stazione Inganni, vuole essere un breve ma denso percorso attraverso il concetto di mimesi, ricco di esperimenti, piccole illusioni, inganni materici e formali. Se per alcuni autori questo ambito di ricerca interessa un periodo limitato della propria carriera, per la maggior parte di essi e soprattutto per gli autori contemporanei, inganno e illusione fungono da segno particolare oltre che distintivo.
GALLERIA GIOVANNI BONELLI
via Luigi Porro Lambertenghi 6, Milano
tel. 02 87246945
info: galleriagiovannibonelli@gmail.com
la mostra è aperta dal 22 marzo al 5 maggio 2013
orari: martedì-sabato 11.00 - 19.00
general enquiries & sales
chiara buzzi: galleriagiovannibonelli@gmail.com