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Dipende sempre tutto dalle aspettative. Università e discoteca si sono effettivamente congiunte gioiosamente. Luci, alcool, fumo e quant'altro. Musica. Rumore. Densità di persone alta. Sudore e movimenti. Suggestivo l'accostamente fra due ambienti diversi. Idilliaco.
Solo una riflessione.
Io ero al primo piano. Fuga dalla norma. Curiosità. Persone distratte. Per il vero del secondo piano ho sfruttato solo qualche centimentro cubo d'aria, forse più, e intascato una manciata o due di spillette. Per il resto che devo dire..però il bar era gratuito, per loro, per noi, non per chi era sotto, sistema gerarchico a piani. La mia contrarietà si sviluppa qui. Nell'elite. Divanetti, poltrone, poltroncine, sedie. E il disappunto è il senso mio di appartenenza a un università che nel momento della festa per noi, studenti, si intende (file ai biglietti, trafila internet, fughe d'entrata e quel che si voglia dire) tratta molto bene tanti ma si dimentica di privilegiare i suoi reali frequentatori, di tutti i giorni. E..il design dov'era? Non che ci dovesse essere ma così visto il periodo.