A due passi dal buon Aldo Rossi in restauro si inaugura un nuovo negozio di retail anticonformista: è frizzante, divertente e minimal il nuovo allestimento di Skitsch in via Montenapoleone, nulla a che vedere con i classici monomarca scì-scì della Milano da bere che che tanto piacciono all'amica Frangetta.
Tra cocktail della casa blu elettrico a base di aloe vera e green hot chili pepper mi gusto lo spazio, complice il catering -decisamente accomodante-.
Tutto è sospeso e allo stesso tempo a portata di mano: esili geometrie che contengono oggetti improbabili piante tazzine teiere libri veri finti bicchieri neon verdi come bolle di sapone pronte a scoppiare, aggregati minimal chic di bicchieri appesi a un filo, fragili sculture di luce.
Guardare, prima di toccare.
Ed è amore a prima vista.
Proprio bello programmare una serata in base a quello che sembra l'eventone della settimana, tanta gente per un'occasione irripetibile anche se sulla cima del Pirellone ci si può arrivare anche in altre occasioni...ma questa è meglio!! Ancor più bello è arrivar lì..poco in ritardo rispetto all'apertura e sentirsi dire dalla polizia che lì non c'è nessun evento, che c'era una mostra ma che non si poteva entrare e che erano state sparse delle notizie false per le quali "i responsabili saranno puniti" ...beh se non altro ci si può far sù quattro risate...credono veramente che siamo così scemi da crederci??Cattiva organizzazione, gente scalmanata e, in cima, previsioni poco verosimili hanno fatto di questa serata una delusione totale!!
Forse una delle installazioni più semplici ma più emozionanti. Nessun materiale particolarmente innovativo, il bamboo quest'anno lo usano proprio tutti, e dall'esterno vedendo queste enormi canne appese a pochi centimetri da terra pensi "ancora bamboo!?!?" Entrati nel padiglione vetrato però, insieme ai suoni di natura trasmessi, il bamboo ed altri tubi metallici dello stesso diametro diventano elementi dinamici che ti permettono di interagire mentre cammini su un pavimento erboso UMIDO...non sintetico! Veramente una bella sensazione.
In una location d'eccezione - lo splendido Palazzo Borromeo - tre stanze raccontano come vive, lavora e si diverte la giovane comunità di Fabrica; attraverso oggetti, foto, proiezioni, installazioni. Come personalizzano la casa e come vivono il tempo libero; come vedono ciò che li circonda e come convivono con nazionalità, lingue e abitudini diverse. Una vera fucina di creatività che ben descrive l'esperienza totalizzante di Fabrica: qui lavoro, vita e sperimentazione si fondono in un unico vissuto creativo.
ossia, pechè il Politecnico non agisce come dovrebbe, o meglio, come una persona si aspetta? L'anno scorso in Bovisa c'era il letto di tutti, due anni fa il mega Toy Party che verrà ricordato da molti come la serata migliore tra il piano terra e l'interrato dell'edificio N
...e quest'anno niente, nada de nada, rien a faire, nothing at all... nè la Bovisa, cara culla per noi designer, nè le altre sedi...eppure, strano ma vero, è proprio qui che nascono colore che un giorno sperano di essere annoverati negli annali del salone e del fuori salone....eccezione per Triennale Bvs e Base B, tristemente ricordati per l'Opening che ha fatto completamente flop, sia per il temp, sia perchè tutti speravano, perlomeno in un degno aperitivo come solitamente accade, per il resto niente..
ok, non voglio essere polemico, i miei post forse stanno solamente puntualizzando i lati negativi del salone...ma è sempre così, fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce...però, siamo sinceri...perchè il Poli va così in controtendenza e accetta quasi in completa mutezza che Green Energy Design o chi per loro espongano da tutt'altra parte....
..mi si può contestare il fatto che la Bovisa sia fuori dal mondo, che sia impensabile arrivarci...la gente arriva al Salone, si fa le vasche per arrivarci, non è poi così fuori dal mondo via Durando...e se questo non bastasse, esiste il poli leonardo...ora dico, l'antichissa lotta intestina tra leo e bovisa si fa ancora sentire?
Non c’è verso, senza la fiumana di persone che intasano la zona tortona il Fuorisalone non può avere successo: le persone sono come piccole particelle di ossigeno che dal mondo, è proprio il caso di dirlo, passano attraverso i bronchioli per arrivare agli alveoli, ovvero la galleria, lo studio o uno spazio pubblico di turno.
E’ vita, è frenesia, è come essere in un rito baccanale, è la perdizione, è il traffico, i nervi tesi ma anche il sorriso spensierato di una ragazza vestita in un modo improbabile, è l'attesa con risate in una fila chilometrica.
Ode alla MASSA e ad ogni singolo componente fotografato
E' frizzante, energica, giovane e...rivoluzionaria. Ultimamente questo termine desta più di qualche sospetto ma è forse la cosa di cui ha bisogno questo mondo. E quale uogo migliore per gettare le basi se non nell' asettica, biancastileasl, e molto composta Triennale di Milano. In uno dei centri di cultura e arte più attivi sul territorio potrete vedere la piccola, fantasiosa, e graficamente vivace installazione contrapporsi alle ampie pareti bianche e alle alte colonnate.
E' un idea, è un sogno, è quello che voltete vedere, è rivoluzione! EDIT->http://www.myspace.com/chiaracapellini
She's young, fanciful, dynamic and...revolutionary! Yes! although this noun may be suspicious nowadays, our world nedds it, and it must start in our cities and, here in Milan, at the Triennale museum you can find a little flash point. It's marvellous how a little installation can change the otherwise aspetic mood of the entire place. It'a sign, it's like a deram, it's like beeing thrown back when we were young, when the social filters were not strong as they are Today.
Common...we need a revolution! EDIT->http://www.myspace.com/chiaracapellini
Nella ressa da mercato rionale al That’s Design incontro all’improvviso un coniglio gigante, un piccolo maialino, un ippopotamo e altri piccoli animaletti: no non sono le allucinazioni post “trovaparcheggioinviatortona” ma i TONDOTTI.
E più in là trovo gli ANIMIX, che sembrano voler risvegliare e sfidare la creatività individuale attraverso semplici forme: passare dalla lumaca al bruco.
Ecco la semplicità della forma può avere vita anche in oggetti forse già visti in mille altri posti, almeno come idea e concept, ma capaci di stupire ogni volta per le sensazioni che possono trasmettere senza ricorrere ad inutili fronzoli decorativi.
Questi concetti animano anche NARE, una serie di piatti eco-compatibili e assemblabili; e MIAO e BAU, interessanti proposte per dare una nuova estetica ai vostri libri e giornali.
A Metodot, al secolo Anna Largiu (foto in alto) e Fabio Guaricci, va il merito di avere attirato una curiosità pura e innocente in un marasma di stand con la semplicità delle loro creazioni.
A loro, assieme a tanti altri giovani designer presenti in That’s Design, va un sincero augurio per un posto meno infelice per la prossima edizione del Fuorisalone: se lo meritano!!
Arrivo davanti a SanSiro per la festa di chiusura di Public Design Fest (esterni) e capisco subito di essere nel momento di maggior affluenza. Davanti all'ingresso c'è una coda troppo lunga, nella piazza in fronte c'è il caos. Tutto l'ambiente è saturo di automobili e persone che si dirigono verso l'ippodromo. Penso che non riuscirò mai ad entrare. Guardo in faccia i tre amici che mi porto dietro già da un paio di giorni e subito capisco come loro che entreremo da un'altra parte.
Non sto a raccontarvi i dettagli, ma credo che il modo con cui siamo riusciti ad entrare alla Festa sia degno di McGuyver, anzi visto che siamo in quattro, diciamo dell'A-Team. Hahahahaha....ragazzi ammetto di essermi divertito a questo mega party. La foto dovrebbe darvi un'assaggio...
Festa di chiusura ieri all'ippodromo di San Siro per il Public Design Festival. Peccato per il caro ingresso che è stato puntualmente ovviato dallo sfondamento generale dopo la mezzanotte. La location è spettacolare, uno dei luoghi nascosti di Milano che esterni si propone di far riscoprire ai cittadini milanesi (e ci riesce): ho sentito più di una persona dire "wow ma questo posto è stupendo!" telefonando ad amici per farsi raggiungere... Degna chiusura di uno dei pochi eventi positivi ed interessanti di questo fuorisalone un pò troppo dentro alle righe.
Già sapendo che il tanto ambito party della serata sarà inaccessibile ai più, venerdì pomeriggio mi presento all'ingresso del Pirellone. Ovviamente l'obiettivo è tentare di salire all'ultimo piano per scattare qualche foto. Subito vengo fermato dalla servizio di sicurezza della sede della regione ed inizia la solita e, ormai, stressante, commedia della burocrazia italiana. Ci vogliono oltre quarantacinque minuti prima di riuscire a passare l'ingresso e prendere l'ascensore per salire. Ma ne è valsa la pena. Lo spettacolo che trovo al 31° piano del grattacielo Pirelli e di quelli mai visti. Non c'è punto più alto per vedere Milano. Mi ritrovo completamente abbagliato dalla visione. Proprio questa possibilità di accedere a spazi, normalmente riservati ai soli addetti ai lavori, come quello dell'ultimo piano del Pirelli è una delle caratteristiche che più mi piace della settimana del Design milanese.
E' anche vero che pass di e.reporter e biglietto da visita aiutano.
Posto molto molto interessante, si trova ogni genere di design. Da vedere! Ps: la casa storta di Laurens Manders è allucinante... appena dentro, ho avuto un piccolo svarione!
Open space con mini ambienti che proponono nuovi e vecchi classici. Non per tutte le tasche, gli oggetti presenti nello space di Alias, si propongono a chi può permettersi qualcosa di "normale" ad un prezzo sostenuto dai grandi marchi e famosi designer. Composizioni curate, luci azzeccate, inoltre la disposizione delle isolette espositive creano dei percorsi che rendono scorrevoli i flussi pedonali.
Non so come abitualmente si presenti la situazione traffico a Milano, ma sicuramente il Salone del Mobile ha dato un grande aiuto a crearne molto ma molto di più. E la gente sclera e si infastidisce, col tram che non arriva, con la signora davanti perchè cammina piano o ha il passeggino, con il parcheggio, con lo stand che non riesce a vedere, con i ragazzi che distribuiscono volantini, con i camioncini dei panini, con le entrare con il pass e quasi sicuramente anche con il colore dei calzini della persona che li segue. Tranquilli, si sa che è così, sia per chi ci vive, sia per chi ci arriva da turista. Lo sanno tutti che se si arriva all'ultimo momento il posto in prima fila è già occupato.no?
In via Forcella, anteposto a Superstudio 13, c'è un orticello con delle casette in legno, made in Cibic. Studiate su moduli e costruite in legno d'abete su struttura in acciaio, sono disponibili in una settimana e non necessitano ne di fondamenta e nemmeno di autorizzazioni comunali. Il prezzo si aggira sui 50mila euro, per un'abitazione con tutti i comfort e di dimensioni tranquillamente vivibili. Niente male!
E' una signora minuta, capelli raccolti e grandi occhialoni, è impossibile non riconoscerla. Prevale subito una grande accoglienza al confine tra il rustico e l'artistico. I progetti esposti sono molto vari: all'esterno creazioni al limite tra la scultura e l'artigianato mentre all'interno, locate nei vari piani, si trovano abiti, sedie, orologi, lampade e anche vere e proprie opere d'arte. La sezione dedicata al riutilizzo dei materiali, però, è quella che ha catturato il mio interesse. Ci sono lampade create con le confezioni di polistirolo di alcuni alimenti, un calcetto balilla con le suole in gomma delle ciabatte, ancora lampade ma con i calzini e via così. Penso che ad attirarmi sia stato proprio il contrasto con le esposizioni di zona Tortona, più predisposte all'impatto e alla tecnologia rispetto a quelle dello spazio Orlandi molto più semplici e apparentemente più funzionali.
tra i pezzi in playlist at music in the box
there is also my man elvis che merita
non confornderlo con marracash johnny cash spitty cash
zero stress la finesse
As the snow flies
On a cold and gray Chicago mornin'
A poor little baby child is born
In the ghetto
And his mama cries
'cause if there's one thing that she don't need
it's another hungry mouth to feed
In the ghetto
People, don't you understand
the child needs a helping hand
or he'll grow to be an angry young man some day
Take a look at you and me,
are we too blind to see,
do we simply turn our heads
and look the other way
Well the world turns
and a hungry little boy with a runny nose
plays in the street as the cold wind blows
In the ghetto
And his hunger burns
so he starts to roam the streets at night
and he learns how to steal
and he learns how to fight
In the ghetto
Then one night in desperation
a young man breaks away
He buys a gun, steals a car,
tries to run, but he don't get far
And his mama cries
As a crowd gathers 'round an angry young man
face down on the street with a gun in his hand
In the ghetto
As her young man dies,
on a cold and gray Chicago mornin',
another little baby child is born
In the ghetto
Ok, visto che finalmente dopo 4 giorni sono riuscito, mi sembra doverso segnalare che presso l'area GAS 4 RELAX dentro SUPERSTUDIO + c'è la possibilità, fino alle ore 17 di oggi, di stampare delle t-shirt personalizzate con le vostre grafiche in formato jpeg, gratuitamente! Inoltre, se lo desiderate, potete inserirle anche nel sito gas4relax partecipando ad un contest :)
L'isola mi è parsa un pò "morta", rispetto a ciò che avevo letto e quindi mi aspettavo. Ma lo spazio di Designersblock & Co. non è male. Bella la location, spiritosi e divertenti gli oggetti esposti. Dopo una settimana di camminate infinite, piedi occhi e mani consumati, una giornata un pò più soft in fondo ci voleva. Anche perchè ormai la kermesse volge al termine e tra una manciata d'ore sarà passata anche questa edizione.
Vi saluto e vò a letto.
Sempre in Zona Romana...dove non troverete mai la coda per entrare a vedere un'esposizione, ma soprattutto dove nessuno vi urterà o pesterà i piedi perchè, a quanto pare, solo pochi eletti conoscono l'esistenza di questo nuovo spazio...si trova Tasty Baltics.
Geniale!
Niente più sgomitate per l'aperitivo...qui trovate le lampade commestibili, e le spillette sono dei biscotti!
Non avrei mai immaginato di trovare degli altri eventi Fuorisalone in zona Bovisa, oltre a quelli della Triennale e di Base B. Ebbene a due passi dal Politecnico, in via Durando 30, c'è Maoli, mentre in via Carnevali 24- 26 abbiamo D.o.c (Dergano Offina Creativa).