Gisella Borioli racconta Superstudio

Superstudio Più è sinonimo di Fuorisalone. Per chi ama e frequenta la Design Week di Milano rappresenta uno dei passaggi imperdibili, un luogo amato e criticato nel suo essere fucina di nuovi talenti, occasione di incontro, area di creatività libera ma organizzata.

Gisella Borioli è da sempre la mente e l’anima di questi spazi e racconta in esclusiva a Fuorisalone Magazine il suo progetto. Un progetto imprenditoriale che negli anni si è cresciuto, evolvendo e trasformandosi costantemente.

“Il Fuorislaone è la mia seconda vita - ci racconta -. La prima l’ho passata come giornalista e come direttore di testate di moda in mezzo al fashion, agli stilisti, alla cultura al femminile, all’evoluzione delle donne, con episodi professionali legati al teatro, all’arte, alla televisione, ai libri. Ma insomma, la moda era il mio mondo totalizzante. Poi é arrivato il design a tutto tondo, coinciso con l’apertura e il nuovo progetto imprenditoriale di Superstudio Più. Un universo che conoscevo (la mia carriera é iniziata come redattrice tuttofare a Ottagono) ma che mi ha subito appassionato, avvolto, coinvolto, spinto a saperne e a fare di più".

Fuorisalone si lega indissolubilmente anche all’identità di Milano. Per Gisella Borioli rappresenta “una iniezione di vitalità, novità, internazionalizzazione, apertura mentale, condivisione, inclusione, estetica, cultura, speranza, innovazione. Insomma tutto il meglio che c’è. Stiamo attenti a non perdere colpi, come é avvenuto - a tratti - con la moda. Milano é una città fantastica, una vera culla di talenti, un vivaio di energie e pensieri creativi che aspettano solo di essere scoperti e valorizzati. La città nella settimana del design si mostra nel suo aspetto migliore e i creativi più interessanti saltano fuori dappertutto come lucertole al sole. Magari fosse sempre così”.

Ovviamente al Fuorisalone accadono anche cose inaspettate e sorprendenti. Un esempio? “Le visite mattutine, durante l’ultima edizione  delle classi degli asili della zona, ormai così coinvolte e curiose, da arrivare puntuali tutte le mattine all’apertura. Tanti cuccioli in fila, disciplinati e attenti, che mi facevamo mille domande".

Ogni habitué del Fuorisalone ha i suoi rifugi, i suoi luoghi del cuore durante la settimana del design. Qual è quello di Gisella Borioli? “Il Roof di Superstudio Più trasformato tre anni fa, primo a Milano, in un Superorto sul tetto con l’intervento di Michelangelo Pistoletto. Un luogo di pace dove rifugiarsi per un po' per fuggire dal caos, un’oasi di arte e di design, di verde e di profumi. Un panorama dall’alto sul quartiere, fatto di di erbe aromatiche, verdure, frutta e prati.” Durante la settimana del design milanese non nascono soltanto rapporti professionali, ma anche vere e proprie amicizie. Gisella ci parla di un legame per lei fondamentale: “La profonda amicizia e stima professionale e umana cresciuta con Giulio Cappellini, un uomo eccezionale da tutti i punti di vista che mi onoro aver avuto accanto per tanti anni come espositore e come art-director".

Il Fuorisalone è come un organismo vivente, cambia e si trasforma. In cosa potrebbe migliorare? “Mi piacerebbe - continua Gisella Borioli - diventasse davvero un evento globale per la città fatto di tante realtà diverse ma ben coordinate e sinergiche, dove ogni zona avesse una ben precisa identità. Mi piacerebbe ci fosse un D.Tram o un D.Bus che collegasse facilmente tutte le zone. Mi piacerebbe un pass che portasse a D.Restaurant coordinati e con offerta adatta ecc ecc. Il Comune sta già facendo molto, ma una super-regia che rendesse l’evento Design a Milano davvero unico, integrando Salone e Fuorisalone, non sarebbe male".

Cosa non si deve perdere? “Un bel giro nel Tortona District, of course, a partire dal Superstudio Più e seguendo l’itinerario delle Selected Location che abbiamo selezionato per un itinerario interessante e superconcentrato”.