Quali sono le tue fonti di ispirazione e come rimani aggiornata per il tuo lavoro?
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Le fonti di ispirazione sono molteplici, osservo il mondo e ciò che mi circonda cercando di decodificarlo secondo le mie regole creative. Questo fa sì che le cose a me più vicine diventino inconsapevolmente i soggetti prediletti, un esempio su tutti i carillon “molossi” per Bosa.
Rimanere aggiornati invece è un duro lavoro, bisogna saper passare a rassegna i maggiori siti e testate del settore, per non parlare di mostre ed eventi.
Chi sono i tuoi eroi e maestri del design?
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Se per eroi si intende qualcosa più che maestri, allora direi che tra i maestri ci sono sicuramente Jamie Hayon, Niki de Saint Phalle ed Hella Jongerius, mentre gli eroi sono indiscutibilmente Ettore Sottsass, Alessandro Mendini e Riccardo Dalisi.
Un’istantanea del design oggi: i social hanno cambiato il modo di comunicare i tuoi progetti?
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Assolutamente no, ma semplicemente perché io faccio parte di quella generazione di designer nata e sviluppatasi anche e soprattutto grazie all’utilizzo dei social.
Per me i social ci sono sempre stati, sono una componente fondamentale del progetto, quel tipo di comunicazione faceva, fa e deve far parte di ogni mio lavoro; con il tempo si affinano soltanto i metodi di utilizzo.
Cosa significa il Fuorisalone per te e per Milano?
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Il Fuorisalone per me è sinonimo di festa, la grande festa di compleanno del design, a cui designer ed aziende donano le loro creazioni. Per Milano è vita, niente al pari del Fuorisalone riesce ad animare questa città che sempre più spesso sonnecchia. Neanche la moda o il tanto atteso Expo, riescono o sono riusciti a creare quella magica energia del Fuorisalone.
Il tuo luogo del cuore durante la Design Week
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Non ho un luogo del cuore, anche perché ogni anno tutto cambia. Ho amato zona Tortona, poi Lambrate, e adesso Brera. È proprio questo il bello del Fuorisalone, far scoprire posti e quartieri fantastici, evidenziando le potenzialità del design, far capire a chi Milano la vive tutto l’anno che basta poco per cambiare e migliorare il mondo in cui viviamo.
Vorrei che il Fuorisalone...
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Vorrei che il Fuorisalone lasciasse più spesso un segno, un ricordo permanente alla città. Sono molte le iniziative e le installazioni che hanno la forza e il coraggio di migliorare la città. Trovo che sia veramente un peccato sprecare un’occasione del genere, magari dal Fuorisalone Milano potrebbe ricevere la sua tour Eiffel
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