FAI-Villa Necchi Campiglio
Villa Necchi Campiglio
Via Mozart, 14
MILANO
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Aprile 2018
mostra ’Arturo Martini e il monumento per il Palazzo di Giustizia a Milano’
Per celebrare uno dei massimi scultori italiani del Novecento e in memoria di Claudia Gian Ferrari, tra le più attive fautrici della riscoperta di questo grande artista, il FAI – Fondo Ambiente Italiano presenta la mostra Arturo Martini e il monumento per il Palazzo di Giustizia a Milano, che si terrà a Villa Necchi Campiglio da mercoledì 7 marzo a domenica 6 maggio 2018. Un percorso inedito, ideato da Amedeo Porro, Paolo Baldacci e Nico Stringa, che ruota attorno all’opera più rappresentativa e grandiosa dell’artista conservata a Milano: il monumentale altorilievo della Giustizia Corporativa, eseguito nel 1937 per l’atrio al primo piano del Palazzo di Giustizia, progettato da Marcello Piacentini. Un modo per riannodare le fila del complesso e ambivalente rapporto di Martini con Milano, la città in cui visse dal 1919 alla fine del 1920 e quindi dal 1933 al 1942 producendovi molte delle sue opere maggiori.
La Giustizia Corporativa è un racconto sulla vita e le attività dell’uomo, che appaiono tutte sottoposte al giudizio della Legge, a cui richiama la Giustizia, qui seduta sull’albero del Bene e del Male, con il volto sereno e quasi impassibile, ma nello stesso tempo sollecito e attento, e in mano gli attributi tradizionali, la bilancia e la spada. Intorno alla Giustizia, un’enciclopedia di miti, figure e immagini che vanno a comporre un coro polifonico: le Ambizioni (Amore, Arte e Bellezza), affiancate dalla Vanità; gli Eroi, a cui si contrappone la Viltà; la Famiglia, la Dottrina (incarnata dagli Intellettuali) e le Opere assistenziali.
Martini modellava in creta e non scolpiva direttamente la pietra, lavoro che poi commissionava a figure “intermediarie” da lui dirette. Per la realizzazione della Giustizia Corporativa nel 1937 fu necessaria una grandiosa opera di montaggio: un basamento a gradoni di legno sul quale venivano appoggiati e fissati i calchi in gesso delle colossali crete ad altezza umana uscite dalle mani dell’artista; ogni gruppo, grazie a strutture e sostegni lignei retrostanti, veniva incastrato al suo posto e il tutto unificato da passaggi di gesso liquido su piedistalli e gradini, e infine chiuso da una cornice di legno gessato, come in una scatola. Una volta realizzati, i blocchi in gesso furono inviati a Carrara dove i marmisti, sotto il controllo e la direzione dell’artista, tradussero l’intera opera in marmo, creando blocchi e incastri di pietra che potessero quindi essere montati a Milano nell’atrio dell’edificio, cosa che avvenne nel 1940.
A Villa Necchi Campiglio saranno esposti, per la prima volta riuniti, il bozzetto originale in gesso, due grandi altorilievi in gesso a grandezza naturale serviti come modelli per il gruppo degli “Intellettuali” e della “Famiglia” e un bozzetto in bronzo del gruppo della “Famiglia”.
Insieme a questi pezzi sarà possibile seguire, attraverso la riproduzione di tutti gli ingrandimenti, l’interpretazione fotografica che Martini stesso volle dare della sua opera dirigendo personalmente l’illuminazione e gli scatti per il libro a essa dedicato con la prefazione di Riccardo Bacchelli (edizioni del Milione, 1937).
Collaterale alla mostra, verrà proposto un itinerario martiniano attraverso la città, per conoscere e approfondire le importanti opere del maestro che arricchiscono Milano: all’Arengario, al Museo del Novecento, all’Ospedale Maggiore ecc.
FAI -Fondo Ambiente Italiano
Esposizione
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