Plasmare la contemporaneità
HOTEL BOSCOLO MILANO
Corso Giacomo Matteotti, 4
MILANO
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Aprile 2016
Tre artisti a confronto: Rodolfo Lepre, Michele Protti, Valdi Spagnulo
S’inaugura martedì 12 aprile alle ore 18:30, presso la Museum Hall del Boscolo Milano, Corso Matteotti 4, la mostra “Plasmare la contemporaneità” di Rodolfo Lepre, Michele Protti e Valdi Spagnulo cura di Mario Napoli.
Uno fianco all'altro sono tre artisti con altrettante personalità ben specifiche. Cosa accomuna Rodolfo Lepre, Michele Protti e Valdi Spagnulo è meno rispondente al loro rapporto sintomatico coi materiali, e più pressante nella precisazione di un immaginario contemporaneo in cui i materiali hanno già superato ogni presunzione d'artisticità. Lepre, Protti e Spagnulo non presumono, agiscono. Di conseguenza non si lasciano ai sotterfugi artistici, ma forniscono - ognuno per suo conto - i dettagli di come la contemporaneità ha influito sul loro pensiero pratico-creativo.
La pigmentazione di masse d'intonaco e calce è per Rodolfo Lepre un deja vù che implica la sua formazione d'architetto, aggetti modellativi concorrenti a sovvertire la razionalità intrinseca nei materiali - derivati dall'edilizia - il cui utilizzo prettamente logico, rigoroso, si scontra con l’imprevedibilità effettiva. Autosufficienza della materia, riqualificazione dello scarto, essenzialità di un “rifiuto solido” la cui la forma - già di per sé sagomata - non è che pretesto più o meno intricato per Michele Protti, che si è dato l'obbligo di accumulare lì i segni della propria esistenza, naturalizzandoli nella stratificazione di colore e textures, quanto in un'eterologa contrazione-annessione di masse all'unica soluzione tangibile. L'unica ovviamente secondo Protti, che a sua volta condivide direttamente con Valdi Spagnulo l'onere di una ricerca in cui il materiale è materiale di per sé e simulacro, oggetto di una volumetria vera e terminazione nervosa di un'artisticità incombente. E si ritorna allora agli intonaci aggettanti di Lepre, stavolta con la sensazione che questi insieme a Protti e Spagnulo abbia messo l'arte contemporanea faccia a faccia con la capacità di sostenere la propria “incombenza”. Qualcosa che non fa più rima con la sua evanescenza.
SATURA art gallery
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