WORKS - Barbara Frua de Angeli - Reuber Henning - Angela Florio - Andrea Costa

La cifra del lavoro dell’Interior Designer milanese Barbara Frua De Angeli è senz’altro l’uso del colore e dei suoi accostamenti, a volte molto particolari ma sempre armonici, come nella sua nuova collezione di Dhurries qui presentata. Questi tappeti, provenienti dall’India, sono tessuti a mano, in cotone, con colori vegetali. L’uso di questi particolari colori ha permesso a Barbara Frua di trasferire questa sua prerogativa anche sui tappeti, che possono essere personalizzati in qualsiasi formato. Inoltre verrà presentata una collezione di tappeti annodati con la seta ottenuta dai sari indiani dai disegni ispirati ai tessuti ikat dell’Asia centrale, contraddistinti da una ricca tavolozza dai particolari accostamenti cromatici.
 

I berlinesi Thorsten Reuber e Franziska Henning fondano nel 2007 il loro studio dedicato alla realizzazione di tappeti tibetani a Kathmandu, in Nepal, per i quali utilizzano materiali di altissima qualità come la seta cinese e la lana proveniente dalle alture dell’Himalaya, interamente filati a mano. A Milano presentano la loro collezione Stripes, ideata interamente dalla designer Birgit Krah e composta da disegni a strisce orizzontali in diverse varianti usando fino a 70 colori senza nessuna ripetizione. Il risultato è quello di una miscellanea cromatica apparentemente casuale composta da righe policrome accostate una all’altra (Stripes-Classic), da strisce su un substrato a scacchi (Stripes-Checker) oppure da composizioni uniche ottenute attraverso l’utilizzo di materiali di esubero (Stripes-Left Over Yarn). Queste tre collezioni vengono proposte sia in versione annodata sia a tessitura piana (Stripes-Flatweave).

Angela Florio lavora a Milano dove fonda nel 2000 DecorAzione, un movimento di arte applicata all’ambiente in cui si vive attraverso la progettazione e realizzazione di sistemi modulari per interni.Per l’evento presenteràsuoi nuovi lavori legati ad Arràs, veri capolavori visuali di arte tessile ottenuti attraverso un intreccio segreto di filamenti di fibra ottica racchiusi all’interno di tessuti dipinti a mano, seguendo un’interpretazione contemporanea della tradizione medievale dell’arazzo. In particolare verranno esposte tre opere: Foglie, tinte con una polvere d’oro simile alle pregiate lacche giapponesi Urushi,

Meduse da Mare, il primo arazzo interattivo concepito con uno speciale sistema tale da renderlo sensibile sollecitazioni esterne come il suono e la luce, ed il Trittico della Chiesa de La Salute di Venezia, omaggio dell’artista alla propria città natale ed installato all’interno di tre nicchie situate nel cortile storico della galleria. Qui il visitatore assiste ad uno spettacolo con la luce come scintillio continuo dal riflesso caratteristico delle vedute veneziane ottenuto attraverso particolari sovrapposizioni di toni di tessuto, fibre ottiche e policromie ispirate alle lacche orientali.
 

Andrea Costa, genovese, classe 1957, artista concettuale. Nell’apparente semplicità delle sue mappe racchiude un percorso che parte da lontano: inizia con la fotografia, quindi i viaggi, la pittura di ritratto, la ricerca storica, ed infine l’Art Branding (Vodafone, Fastweb, Ty Nant, Pirelli, Vespa). Su tutto domina un’autentica ossessione per gli Stati Uniti, culminata lo scorso giugno 2015 con la consegna di una delle mappe alla First Lady Michelle Obama, in occasione della sua visita all’Expo di Milano. Le mappe, nate da meno di due anni, si stanno facendo strada nel mondo dell’arte con importanti riconoscimenti. L’artista prima tratta le carte geografiche con speciali vernici per renderle spesse, materiche, in seguito vi dipinge sopra dei testi, scaturiti dalla memoria storica, legati alle diverse esperienze del percorso umano. Gli spunti possono essere, ad esempio, la letteratura, la storia, il cinema, la pubblicità, la musica, la scienza, l’industria, lo sport, l’arte.

In questo modo noi di fronte alla mappa siamo invitati a riflettere su noi stessi, sulla nostra esperienza con la memoria, con il territorio, e sul passaggio della razza umana sulla terra.
Per il Fuorisalone sarà esposta, fra le altre, l’ultima opera: una mappa di Berlino in onore del discorso di John F. Kennedy, Ich bin Ein Berliner del 26 giugno 1963.