People Chiara Alessi

Chiara
Alessi

Journalist

Chiara Alessi è giornalista e saggista nell’ambito del design. Collabora con alcune delle principali riviste del settore, tra cui “Domus”, “Interni” e “Klat”. Da qualche anno si occupa specialmente della nuova cultura del progetto in Italia e delle sue implicazioni. Su questo argomento tiene lezioni in alcune delle principali Scuole e Università italiane. Recentemente ha pubblicato Dopo gli anni Zero. Il nuovo design italiano (Edizioni Laterza, 2014). Sempre per Laterza è in uscita Design senza designer (gennaio 2016), saggio e inchiesta sugli “altri” mestieri del design italiano, a cui è dedicato il video progetto Viaggio per luoghi comuni e mestieri speciali. Vive e lavora a Milano. Talvolta a Cape Town.

 

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Milano arriva bella all'appuntamento e, nonostante tutto, si mostra un'ottima padrona di casa.

— Chiara Alessi
L'intervista

La versione di Chiara Alessi sul Fuorisalone

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Cosa significa Fuorisalone per te?
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Fuorisalone a Milano è come Natale in Lapponia. Il clima di attesa, il make of, un buonumore diffuso che camuffa la nevrosi di fondo, la tensione alta, il traffico, anche un'inedita collaborazione complice e generosa tra colleghi, che il resto dell'anno si fanno la guerra. E, naturalmente, l'ammosciamento postcoitale. 

2

E cosa significa per Milano?
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Ci lamentiamo della confusione, della coda al banco della salamella, dell'incandescenza degli umori, ma il fuorisalone è un gran bene per Milano, più della settimana della moda, e penso ancor più di Rho, che è pur sempre la vecchia zia che offre la festa del fuorisalone! È il momento dell'anno in cui la città dà il suo meglio, sotto tanti punti di vista. Milano arriva bella all'appuntamento e, nonostante tutto, si mostra un'ottima padrona di casa.

3

Qual è il tuo luogo del cuore durante la Design Week?
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Il luogo del cuore del Salone per me sono le case degli amici o i taxi condivisi dove ci ritroviamo a commentare le pagelle della design week, chi sale chi scende, chi vince e chi proprio non ce la fa... c'è una casa in particolare, dove si consuma quella che chiamiamo "la cena della tristezza", la domenica sera del Salone. Non posso dire chi sia il designer che la ospita, ma credo che dopo il bar Basso sia il posto migliore dove sondare il termometro della design week, senza filtri.

4

Il tuo rapporto più bello nato durante la settimana del design
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L'amicizia con Domitilla Dardi. Lei non se lo ricorderà, ma ci siamo incontrate per la la prima volta da Rossana Orlandi nel 2012, quando aspettavo la mia prima bimba e mi ha soccorso con una fetta di crostata. Ci sono voluti 10 secondi, e 10 euro di torta, per capire che sarebbe diventata una delle persone con cui preferisco condividere i miei pensieri e itinerari, fisici o mentali, nel design milanese.

5

L’oggetto feticcio che hai trovato (o rubato) durante la Design Week
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Ho trovato più business card per terra per i corridoi di Rho che sassolini nella storia di Pollicino. Uno si è rivelato un incontro fortunato.

6

Da non perdere alla Design Week 2016?
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L'ombrello!



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