L'intervista
La versione di Afroditi Krassa sul Fuorisalone
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Che cosa significa il Fuorisalone per te?
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Eccitazione. Fuorisalone non è solo uno dei programmi più variegati tra tutti gli eventi mondiali di Design e Arti, ma anche uno di quelli più interessanti. Penso che non importa se si è nel mondo della progettazione o no, non si può fare a meno di essere stupiti dalla vastità, dalla passione e dalla ricchezza di ciò che è in mostra. Vorrei solo che il Fuorisalone fosse senza pioggia! È molto più divertente quando non si deve portare un ombrello.
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E cosa significa per Milano?
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La cosa più grande della Design Week è che l'intera città partecipa, non è solo una fiera o un evento. È come se l'intera città di Milano fosse fuori per le strade per celebrare questa bella industria e i suoi eroi, piccoli o grandi. È totalmente integrata nel tessuto della vita quotidiana e mi chiedo sempre come i milanesi si sentano quando tutto il mondo creativo si riversa a casa loro per quella settimana.
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La cosa fondamentale che hai scoperto o imparato al Salone
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Ho visitato lo studio di Bruno Munari e ho avuto modo di incontrarlo e conoscere il suo pensiero attraverso tutti i suoi prototipi e bozzetti. Un’esperienza incredibile, che ha avuto un effetto di trasformazione su di me come giovane designer. Era così carismatico, aveva un modo semplice ma geniale di guardare il mondo che in me ha risuonato.
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Il tuo luogo del cuore durante la Design Week
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Amo visitare la Galleria Rossana Orlandi, è un posto così incantato e un ottimo posto per un pranzo all'aperto. Mi piace anche andare alla Triennale. A Milano l'anno scorso ho comprato delle luci da parete arancio, piccole e meravigliose degli anni Settanta. Non ho idea di chi sia il progettista. Sono realizzate in unico pezzo di ceramica e la forma è abbastanza strana, sembrano quasi delle pantofole.
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Il tuo rapporto più bello nato durante la settimana del design
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Il mio rapporto con il design. Mi interessava la progettazione prima di Milano, ma me ne sono innamorata dopo questa mia esperienza “vergine”. Ho capito che questo era ciò che volevo fare per il resto della mia vita.
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Cosa e dove mangi nel corso di quella settimana?
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Ho avuto uno dei miei pasti più lunghi all'Antica Trattoria della Pesa, con alcuni clienti che mi ha portato lì per un pranzo di 3 ore. Amo quei ristoranti classici e antichi, che sono un grande punto di riferimento per i progetti del mio studio. Faccio sempre un salto anche da Bagutta, solo per scattare qualche foto: devo averne a centinaia ormai.
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