L'intervista
La versione di Giulio Cappellini sul Fuorisalone
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Cosa significa il Fuorisalone per lei?
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Il Fuorisalone rappresenta il momento di maggior effervescenza per la città di Milano. Tutte le zone sono ormai coinvolte in questo evento che porta ogni anno un numero incredibile di visitatori da tutto il mondo,un vero e proprio happening internazionale.
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Dentro o Fuori Salone?
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Non deve esistere competizione tra Salone e Fuorisalone. Ogni azienda sceglie in base alle proprie strategie. Non dimentichiamo che il successo di Milano capitale del design sta nell'equilibrio e nella forza di entrambi gli eventi.
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Il suo rapporto più bello nato durante la settimana del design
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Vari sono stati gli incontri durante la design week. Non posso dimenticare il rapporto con Nendo nato più di dieci anni fa al Salone Satellite o l'amicizia con Marcel Wanders di cui ho promosso varie mostre durante il Fuorisalone.
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La cosa più strana che le è successa durante una settimana del design milanese
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Anni orsono,in una zona Tortona allora quasi sconosciuta, Cappellini ha avuto più di 10.000 visitatori all’opening del suo evento, una folla da stadio.
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La cosa fondamentale che ha scoperto o imparato al Salone
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Al Salone bisogna presentarsi con grande professionalità, non solo mostrando dei buoni prodotti ma raccontando l'azienda nella sua interezza in modo coerente.
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Vorrei che il Fuorisalone…
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Vorrei che il Fuorisalone privilegiasse la qualità delle presentazioni senza diventare una festa di paese. Vorrei che il Fuorisalone avesse un itinerario ragionato per permettere a tutti di muoversi agevolmente. Solo cosi potremo mantenere la supremazia di Milano nel mondo.
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