DAN REGAN "DON'T DELAY, DECAY" | 5 - 9 aprile 2017 | Via Vivaio 22, Milano | Press day giovedì 6 aprile
Via Vivaio 22
Via Vivaio 22
MILANO
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Aprile 2017
In occasione della Milano Design Week 2017 (4 – 9 aprile), Carola Cometto presenta la mostra Don’t Delay, Decay, personale dedicata al fotografo americano Dan Regan (1986, Venice, CA). Allestita in un appartamento del 19° secolo in via Vivaio 22, dallo stile apertamente in contrasto col contenuto, la mostra racconta l’origine dello stile profondamente umano dell’artista, radicato nella street-culture. Il percorso è composto da fotografie e installazioni; a completamento della mostra, HOMMM ha realizzato un allestimento sul terrazzo esterno con le sue creazioni della Smooth Collection, per ricreare uno spazio ispirato a Venice e all’estetica del fotografo.
In occasione della Milano Design Week 2017 (4 – 9 aprile), Carola Cometto presenta la mostra Don’t Delay, Decay, personale dedicata al fotografo americano Dan Regan (1986, Venice, CA). Allestita in un appartamento del 19° secolo in via Vivaio 22, dallo stile apertamente in contrasto col contenuto, la mostra racconta l’origine dello stile profondamente umano dell’artista, radicato nella street-culture. Il percorso è composto da fotografie e installazioni; a completamento della mostra, HOMMM ha realizzato un allestimento sul terrazzo esterno con le sue creazioni della Smooth Collection, per ricreare uno spazio ispirato a Venice e all’estetica del fotografo.
Dan Regan è cresciuto a Venice nei primi anni '90, quando ancora l’urban beach del Westside di Los Angeles non aveva raggiunto la sua attuale reputazione di quartiere hip-cool. Le note mete di Venice Beach Boardwalk e Abbot Kinney Boulevard, con i loro designer shop e ristoranti di tendenza, erano un tempo conosciute per il loro alto tasso di criminalità. Venice era considerata un “ghetto in riva al mare”, teatro di scontri fra bande, traffico di droga e dalla forte povertà.
L’archivio personale di Dan rappresenta il suo lavoro più intimo ed autentico, una sorta di diario visivo-emotivo: «Sono stato in grado di recuperare alcune foto della mia tarda adolescenza: pre-social, pre-cellulari. Quello che ho trovato è crudo, ma vero. In quegli anni la macchina fotografica mi ha trasformato in un antropologo, ero solito documentare ciò che mi circondava. Allora era tutta questione di sopravvivenza e orgoglio, non di like». Dan ricorda come «la maggior parte di noi non aveva capito pienamente quanto la nostra beach town culture fosse influente sul mondo. Eravamo semplicemente noi, quando invece la nostra città stava definendo molti ambiti della cultura e un’estetica unica con vari mezzi: il nostro modo di vestire, le auto che guidavamo, la musica che ascoltavamo, i graffiti, i nostri cani, il modo di esprimerci, come andavamo in skate o surfavamo all’alba». Questo luogo tuttora esercita un enorme impatto, affascinando molti creativi.
Le foto su pellicola di Dan sono in mostra per la prima volta in assoluto, e lanciano il messaggio “No School”, ispirato al suo percorso personale. Dan è un artista, fotografo, regista e illustratore autodidatta che vuole comunicare a tutti i giovani che le possibilità di riscatto esistono a prescindere dalla loro estrazione sociale.
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