"Il progetto nasce dal volere di una testata e di una casa di moda che misurano con professionalità quotidiana le trasformazioni della cultura contemporanea nell’architettura, nel design, nell’arte e nei costumi"
Fuorisalone non significa soltanto eventi e presentazioni, aperitivi e incontri. Negli ultimi anni abbiamo assistito alla costante crescita dell’offerta di momenti di ragionamento e scoperta, che vanno dagli incontri con i designer fino a veri e propri seminari, spesso accompagnati da mostre e allestimenti capaci di allargare l’orizzonte e non pensare soltanto ai nuovi prodotti. L’obiettivo è sempre quello di diffondere la cultura del progetto, in ogni sua forma, toccando arte, musica, cultura, ma anche moda e architettura. Marco Sammicheli, con il supporto di Jil Sander e Abitare, è il curatore di una serie di incontri che promettono di essere una rara occasione di approfondimento degli aspetti più inediti e trasversali del mondo del design. Abbiamo fatto qualche domanda a Marco, che ci guida alla scoperta di “The Year of Design 2016-2017”, che nella settimana del design animerà il quartier generale di Jil Sander di via Beltrami 5. E ovviamente non ci siamo fatti perdere l’occasione di chiedergli il suo punto di vista sul Fuorisalone.
Cosa significa per te Fuorisalone?
Credo sia una delle F del Made in Italy. Dopo furniture, fashion e food… Fuorisalone racchiude quasi tutte le forze creatrici del nostro paese perché a quelle già citate aggiunge elementi e valori come accoglienza, comunità, città, monumenti, musei, musica e many drinks.
E cosa significa per la città di Milano?
Per Milano è una celebrazione della sua identità, della sua etica del lavoro. L’energia del Fuorisalone è un ingrediente fondamentale per impostare le prossime tappe del sviluppo internazionale della città.
Secondo te la Milano Design Week è soltanto un serie di eventi commerciali o riveste anche un ruolo culturale di rilievo?
La Milano Design Week sta alla cultura del progetto mondiale come la prima de La Scala sta all’Opera e alla musica classica.
Salone o Fuorisalone?
Salone e Fuorisalone. Il Salone lo ha creato la classe dirigente del disegno industriale italiano. La parola Fuorisalone l’ha coniata Abitare negli anni ottanta. Il primo si nutre dell’immaginario che il secondo è capace di rigenerare stagione dopo stagione. Il secondo vive dei successi del primo.
Come è nato il progetto con Jil Sander?
Il progetto è nato dal volere di una testata e di una casa di moda che hanno il senso del presente e misurano con professionalità quotidiana le trasformazioni della cultura contemporanea nell’architettura, nel design, nell’arte e nei costumi. Jil Sander e Abitare conoscono e raccontano l’importanza della radice, dell’origine, dell’essenzialità dei processi creativi. “The Year of Design 2016-2017”, questo il titolo del progetto che è un forum, un giornale scaricabile e una campagna digital #theyearofdesign. Durerà quattro giorni (11-14 aprile) ed è dedicato al ruolo centrale del design nel leggere la realtà, nell’interpretarne i cambiamenti, nel presentare soluzioni. Lo faremo attraverso le 10 biennali e triennali che mettono al centro il progetto: Venezia, Londra, Istanbul, Lubiana, Kortrijk, Lussemburgo, Saint Etienne, Milano, Oslo e New York. Una grande installazione di proiezioni e video disegnata da Paolo Giacomazzi metterà in scena l’edizione speciale di Abitare Instant dedicata appunto a The Year of Design 2016-2017. All’ora della colazione e all’aperitivo talk e performance ospiteranno alcuni dei protagonisti del dibattito internazionale.
Quali saranno i partecipanti e i contenuti che andrete ad approfondire?
Curatori, designer, architetti e la redazione di Abitare. Un’attenzione speciale sarà dedicata a Istanbul, Venezia e Londra per approfondire uno scenario che attraversa il Mediterraneo e l’Europa. Tutto questo accadrà in via Beltrami, a Milano nei giorni del Salone e della XXI Triennale.
Foto credits © Giulia Virgara
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Foto credits © Jil Sander
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