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NEW YORK COLLECTION - PER FESTEGGIARE I VENTI ANNI DI TELEFONO DONNA

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PUBBLICATO DA:

exfabbricadellebambole
via Dionigi Bussola, 6
Non assegnata
EXFABBRICADELLEBAMBOLE ASSOCIAZIONE CULTURALE (11 April)

PERIODO:

dal 13 April 2012 al 30 April 2012

NEW  YORK COLLCTION - Dedicato a Telefono Donna

 “There can be no happiness if the things we believe in are different from the things we do.”

Freya Stark 

Esplorò le regioni più isolate ed inospitali del Medio Oriente, scoprendo la leggendaria Valle degli Assassini e la fortezza di Alamut. Raccolse i suoi pensieri ed appunti di viaggio in libri che la resero celebre. Erano gli inizi degli anni '30, e lei, Freya Stark, una donna, viaggiava sola. Aveva rotto le convenzioni sociali, rifiutato le regole imposte ed i tanti, troppi, pregiudizi che ogni struttura sociale genera. Era una donna dal carattere forte, ironica e, come direbbe Flaiano, “con i piedi ben piantati sulle nuvole”. Aveva compreso quello che voleva; essere felice. E per lei, significava far coincidere ciò in cui si crede, i propri sogni, i desideri, con ciò che si fa. Una ricetta semplice, eppure pagata e conquistata ogni giorno con le proprie scelte.

Sono passati quasi cento anni, rivoluzioni tecnologiche, politiche e sociali hanno cambiato totalmente il mondo, ma ignoranza, pregiudizi, aspettative-imposizioni restano quasi immutate a pesare. Discriminazioni per differenze di genere (quello biologico o quello desiderato) e di orientamento sessuale (per non parlare di quelle dovute al “colore della pelle”) sono ancora forti. Esistono sempre categorie “deboli” perché costrette a lottare contro chi rende loro la vita estremamente difficile, con tutta l'arroganza e la forza di chi ha un sistema socio-culturale che li difende. Cercare di realizzare la propria persona, un sogno o essere semplicemente se stessi sono, purtroppo, un lusso che pochi possono permettersi e, spesso, a caro prezzo. Per questo motivo ammiro l'esempio di chi osa andare oltre, come Dame Freya, o di coloro che, come Telefono Donna, aiutano chi vuole affermare il proprio diritto di essere e vivere liberamente. 

Fingere di non vedere o non agire è rendersi complici. Il problema coinvolge tutti, in quanto esseri umani, in quanto cittadini. Per questo ho deciso di sostenere la causa, donando i proventi della vendita di due borse molto speciali. Due esemplari unici firmati Andrea Aste, ispirati ai dipinti della serie Berlin 1920: ritratti di donne immaginarie create a partire da un'approfondita ricerca fotografica e documentaristica su quella che era la vita e la condizione della donna durante la Repubblica di Weimar. Ritratti che catturano differenti “tipi psicologici”, cogliendo le  complesse sfaccettature della condizione femminile in quell'atmosfera effervescente; mai si era vista così tanta libertà, emancipazione e partecipazione attiva alla vita sociale (il diritto di voto). Un invito ed uno spunto di riflessione perché si possa migliorare la situazione attuale, attraverso due interpretazioni personali dell'accessorio simbolo della femminilità ed il messaggio positivo che comunicano, con i loro colori ed energia, per festeggiare i venti anni di Telefono Donna ed augurare tutto il successo che merita. 

“Nothing splendid has ever been achieved except by those who dared believe that something inside of them was superior to circumstance.”

Bruce Barton

 (Andrea Aste)

 

Andrea Aste, eterno esploratore, che naviga avanti e indietro per gli oceani della creatività alla ricerca di nuove lande da scoprire” è come Andrea Aste, l'artista filosofo, definisce se stesso. Dalla pittura alla scultura, dalla poesia alla filosofia, dai racconti alle scenografie teatrali, Aste, come viene chiamato negli States, è un vero uomo del Rinascimento. Benché principalmente pittore, i suoi progetti includono collaborazioni con fotografi, graphic designer, architetti ed art director a livello internazionale. Dopo la laurea e la specializzazione in filosofia del linguaggio, Aste inizia un percorso di ricerca artistica, in un'alchimia di arte e filosofia, che ha dato origine ad uno stile altamente personale, carico di vitalità ed energia, stile che lo ha portato in pochi anni all'attenzione internazionale: Olanda, Francia, Spagna, Canada, Repubblica Ceca, USA. Recentemente il giovane artista è tornato da New York, dove ha realizzato al sua ultima personale, per partecipare alla 54° Biennale di Venezia, su invito di Vittorio Sgarbi. Il celebre critico d'arte lo ha voluto con sé dopo aver visto la personale “Torineide, de mirabile et inaudita exploratione” tenutasi al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, una mostra onirica e creativa il cui successo di pubblico ne ha prorogato la durata da un mese previsto a sette.

 

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