In occasione del Salone Internazionale del Mobile 2012, la Galleria 900MILANO propone una mostra personale dell’artista brasiliana Andrea de Carvalho.
La mostra si articola intorno a tre opere realizzate nell’ultimo anno: grandi “lampadari” in costante trasformazione: un “lampadario-clessidra” da cui scende sabbia, un “lampadario-fontana”da cui sgorga acqua e un “lampadario-tempesta” che produce vento. “L’andamento ciclico della sabbia, dell’acqua e del vento trasforma ognuno di questi elementi, e non soltanto la sabbia associabile alla clessidra, in una misura del Tempo. Un Tempo dunque “misurato” con precisione meccanica (due lampadari su tre sono dotati di un meccanismo a motore, mentre il processo a caduta della sabbia è un imprigionamento anche visuale del tempo) e “smisurato” in quanto ritorna costantemente, si oserebbe dire eternamente, su se stesso. E tuttavia ogni opera resta un lampadario appeso al soffitto, che, com’è congruo alla sua funzione, può essere acceso, diffondendo una luce che pervade lo spazio, ma che al contempo si sgrana in una sequenza ritmica di segmenti luminosi veicolati da una lunga coda di pixel che sottolinea la parentela, ricorrente nel linguaggio di Andrea de Carvalho, tra bellezza e mostruosità. Ogni lampadario è naturalmente una scultura tout court che ribadisce la costante dell’artista brasiliana: un immaginario scatenato che trasforma incessantemente e le forme e i materiali e le funzioni” (Enrico Mascelloni). Anche in questo nuovo ciclo di opere, realizzate prevalentemente in ceramica o a volte nei materiali più eterogenei, Andrea de Carvalho resta legata alla fantasia scatenata del Tropicalismo brasiliano, ma anche alla precisa e severa tradizione della ceramica italiana.
La mostra propone un altro recente ciclo di opere realizzato per la 54^ Biennale di Venezia, in cui quattro paia di gambe rendevano omaggio al mito estetico di Venezia: all’oro dei mosaici e all’evocazione della sensualità barocca. Per Andrea de Carvalho conta la poetica della bellezza, esente da luoghi comuni convenzionali o da citazioni dai modelli del passato, e che invece si origina dal gusto per la sorpresa e per una presenza inattesa che scatena una molteplicità di significati.
