Tanto di cappello. La collezione di cappelli di Alfonso F. Grassi: militaria, della tradizione ed etnici
9-14 Aprile 2019
Dagli archivi del CASVA una mostra giocosa e scanzonata: i cappelli dalla collezione di Alfonso F. Grassi, fotografata da Giovanna Dal Magro, esposti sugli attaccapanni progettati dallo Studio De Pas D’Urbino Lomazzi.
Casa Museo Boschi Di Stefano ospita la mostra a cura di Anty Pansera “Tanto di cappello. La collezione di cappelli di Alfonso F. Grassi: militaria, della tradizione ed etnici”. La curatrice ha scelto una formula “giocosa” mettendo in relazione la collezione di cappelli, espressione della personalità ironica e anticonformista, oltre che seria e intellettuale, di Alfonso Grassi e il design di respiro internazionale dello Studio De Pas D’Urbino Lomazzi. I cappelli della collezione troveranno posto in due diversi appartamenti del bell’edificio di via Jan 15 ispirato da Portaluppi, rappresentativo del gusto delle élite della prima metà del ‘900: all’interno delle sale di Casa Museo Boschi Di Stefano al secondo piano dieci attaccapanni diversi (Jack, Octopus, Sciangai, Parrucca, Pagoda, Cessato Allarme, Sospiro, Le petit arbre, Why e un prototipo non entrato in produzione) accoglieranno trenta copricapi di tipo militare (“bustine”, baschi, il cappello d’alpino con la piuma, il vaira da bersagliere, il chepì dell'artiglieria a cavallo con la “criniera” nera, la lucerna dei carabinieri a falde larghe, i tarabush degli ascari, i fez o le tachia di feltro rosso granata con fiocco azzurro, i caschi coloniali o elmetti tropicali, alcuni risalenti agli anni Trenta, e tanti altri), mentre al piano terreno, nei locali dove un tempo Marieda Di Stefano aveva la sua scuola di ceramica, dieci Sciangai (Compasso d’oro nel 1979) prestati da Zanotta accoglieranno altri trenta copricapi: schützen austriaci, una berretta cardinalizia, il copricapo tradizionale dei monaci ortodossi siriaci acquistato durante un viaggio in Egitto, i copricapi cilindrici - skùfos σκοῦφος – decorati e ricamati e quelli dei sacerdoti ortodossi trovati in Etiopia, l’akubra dall’Australia, i deerstalker dalla Scozia, la coppola da Palermo.
La mostra sarà illustrata dalle fotografie che Giovanna Dal Magro fece a Alfonso Grassi con i “suoi” cappelli.
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Alfonso Franco Grassi
Paolo Lomazzi
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Esposizione
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