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Fuorisalone.it's blog, written by the e.reporters team, is a TIPS continer about the design's scene.
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In de ''triennale'' zijn vele leuke projecten tentoon gesteld. Een van de leuksten is een ping-pong tafel die een piano laat spelen als de bal de tafel raakt. Een extra leuk effect is bereikt door het gebruik van UV-lampen, waardoor alleen de bal en de bat oplichten in het donker.
At the "triennale" lot of nice objects can be found, among the most attractive ones are a ping-pong table which sounds the piano when the ball touches the table. An extra nice effect is obtained by the black-lights which illuminates the ball and the bats.
De DESIGN ACADEMY EINDHOVEN (te vinden in via Palermo 11) heeft een expositieruimte waar werken van 3 generaties design studenten tentoon worden gesteld ter gelegenheid van het 60 jarige jubileum van de academie. --------
The DESIGN ACADEMY EINDHOVEN (you can find them in via Palermo 11) has expositionroom where the works of three generations design students are displayed in order to celebrate the 60th aniversary of the academy. Ma quanti olandesi partecipano al Fuorisalone?!?! Presso il museo Minguzzi c’è un monitor collegato ad una tastiera di una antica macchina da scrivere, più si premono forte i tasti più la lettera viene riprodotta ingrandita e in grassetto, una sorta di emotional keyboard. Oppure c’è una poltrona gommosa riempita di aria e collegata a degli animali di gomma anch’essi, quando ci si siede gli animali si gonfiano perché riempiti dall’aria della poltrona viene loro trasferita, l’intento, a detta del ragazzo, era di farci sentire in colpa nel momento in cui ci si alzava perché in un certo senso si facevano morire gli animaletti.
Mi sono fatta un regalo oggi pomeriggio, una borsa Freitag che ho assemblato io tagliando dai vari teloni dei camion i pezzi da mandare in Svizzera a cucire.
Giro serale in zona Tortona. Tanta gente, no, non tanta, tantissimissimissima.
Incantata dall’installazione di Foscarini, piccola, un’unica stanza ma un gioco di luci, di proiezioni e di specchi che mi hanno lasciata piacevolmente spaesata.
Finalmente ho avuto un’idea di cosa tratti il food design. Non che abbia proprio capito del tutto, nonostante lo schema con le mille frecce all’ingresso. Olive e stuzzicadenti per le molecole, una zuppa liofilizzata da spedire come una lettera, biscotti fatti usando come stampo le suole delle Camper…
Ambiente suggestivo, luccichii ovunque e un’infinità di colori e sfumature.
Ron Aran porta i suoi studenti in via Palermo e allestiscono una piccola mostra coi loro lavori all’interno dello studio +arch.
Ma io quel signore l’ho gia visto. Eppure… si… si si…
A chi piace lo stile minimal giapponese consiglio di passare in via Ciovasso, c’è una piccola esposizione di oggetti e strutture prevalentemente in legno e carta. L’ambiente è rilassante e cordiale, una pausa a due passi dal caos di Brera e Pontaccio.
Sono distrutta, ho bisogno di riposo. Assolutamente e subito.
Avvisano di non entrare coi tacchi a spillo.
Libri, un’infinità di libri a disposizione, da sfogliare, da toccare, da guardare, da leggere per intero sprofondati sulle poltrone o seduti ad un tavolo. Una biblioteca all’aperto, per me il paradiso.
Un ambiente elegante e raffinato curato nel dettaglio, non è semplicemente un negozio è molto di più, è uno luogo allestito perfettamente nel giusto equilibrio tra gusto classico ed estro creativo.
Un pozzo inesauribile di idee creative. Spazio ai giovani creativi di tutto il mondo.
Il giorno dell’inaugurazione si entrava a fatica in quello spazio magistralmente allestito da Tokujin Yoshioka. Cannucce bianche a ricoprire (ma forse ricoprire non è il termine adatto) le pareti, un gioco di equilibri e di forme geniale. Nessuna sostanza adesiva, semplicemente la pressione reciproca che le tiene sospese una sull’altra.
Stanchissima, un po' per il caldo, un po' perchè evidentemente trascinata dagli eventi non ho seguito il percorso più efficiente macinando chilometri superflui, per cui decido di tornare a casa quando vedo una piccola folla ferma in una piazzetta tra via Borgonuovo e via Croce Rossa. Devo vedere anch'io cosa li spinge a fermarsi lì. All'entrata mi accolgono dei mazzi di fiori con tanto di prezzi e un arredamento minimal floreale, diciamo flower design molto curato. Sotto una piccola esposizione e un buffet, mi mettono in mano un calice di champagne che non disdegno affatto e inizio a girare. E' un ambiente particolare, variegato, fiori, divani, disegni in stile fumetto, vestiti. C'è un signore con una tuta bianca da lavoro circondato da bombolette colorare che personalizza magliette al piano di sopra praticamente in vetrina.
Interessante.
Via Manzoni 30, c'è la fila fuori. Anzi diciamo che c'è un assembramento di persone. Anzi diciamo che c'è un assembramento di persone che si toglie le scarpe e cerca di togliersi di dosso quello che a prima vista sembra sale o riso. Il marciapiede è completamente bianco. Nonostante fossimo in prossimità di una chiesa, l'idea di un matrimonio non era plausibile.
Devo entrare assolutamente a vedere cos'è. La vista della gente in giacca e cravatta e in abito lungo non mi spaventa. Entro. Allestimenti di interni, interessanti. La gente utilizza sedie, letti, divanti, insomma tutto quel che può per sedersi e approfittare dell'aperitivo stando comodamente rilassata. Dopo un giro per gli interni trovo una porta che s'affaccia su un cortile. WOW. Palloncini bianchi giganti ovunque, qualcuno si diverte a giocare a calcio, altri ci si siedono sopra, di tanto in tanto uno scoppia e scoppiano le risate.Il pavimento completamente coperto da palline di polistirolo, che si incollano letteralmente a scarpe, pantaloni e qualsiasi cosa con cui vengono in contatto. Un gioco di luci soffuse rende l'atmosfera magica. Bello. Molto.
Scarpe? Prese.
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