L'ULTIMA CERA

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Il lavoro dell’artista e designer Anton Alvarez è piuttosto difficile da definire, si colloca tra oggetti funzionali e sculture. La pratica di Alvarez oscilla tra espressione e costrizione, portando formidabili innovazioni tecnologiche senza abbandonare l’artigianato tradizionale. Il suo lavoro è sicuramente futuristico e grezzo allo stesso momento. Con la mostra “L’Ultima Cera”, Anton esplora un nuovo materiale: il bronzo, in un modo unico e innovativo. Commissionato e prodotto da 5VIE e curato da Nicolas Bellavance-Lecompte in collaborazione con la Fonderia Artistica Battaglia di Milano come parte del loro nuovo programma di residenze, Alvarez adatta la sua macchina chiamata Extruder per lavorare la cera. L’estrusore è un grande cilindro metallico appeso al soffitto con catene; utilizza un motore elettrico per esercitare più di duemila chili di pressione sulla cera, spingendola attraverso diversi stampi e forme per poi uscire in una piscina d’acqua fredda. Le mani dell’artista gli danno poi la sua forma definitiva. Una volta pronta la forma in cera, tutti i pezzi sono fusi in bronzo e diventano quindi unici. È la prima volta che un artista si avvicina a questa tecnica con la produzione di dodici nuove opere.

The work of artist and designer Anton Alvarez is rather difficult to define, for it occupies an indeterminate space between the functional object and sculpture. Alvarez's practice oscillates between expression and constraint, using both technological innovation and traditional craftsmanship. His work is futuristic and primitive at the same time. With the exhibition L’Ultima Cera, Anton explores an ancient material in a new and innovative way: bronze. Commissioned by curator Nicolas Bellavance-Lecompte and produced by 5VIE in collaboration with the Fonderia Artistica Battaglia in Milan as part of their new program of commissions and residencies, Alvarez adapts his machine, called ‘Extruder’, to work with wax. The extruder is a large metal cylinder hung from the ceiling by chains, using an electric motor to exert more than 2,000 kilos of pressure on the wax, pushing it through different moulds and cut-outs into a pool of cold water, where the artist uses his hands to give the wax its final form. When the wax is set, all the pieces are cast in bronze, each one-of-a- kind. Alvarez produces twelve pieces, this being the first time that an artist has approached bronze with such a technique.