Racconti da bar

Nel bar che si trova al piano di sopra della vecchia Bocciofila di Via Candiani 26, ci si può dare appuntamento per intrecciare racconti di convivialità, amicizia e ironia in un luogo caratterizzato dal vociare di partite a carte e brevi litigi che continuano dal campo da bocce e si spostano ai tavoli del bar. Qui, in occasione della Milan Design Week, all’interno della Repubblica del Design, viene ospitata “Racconti da Bar”, la mostra curata da Davide Crippa e Alberto Zanchetta. In un luogo reale come questo il design entra quasi in incognito, quasi nascosto, e diventa “arte usabile” con i progetti realizzati da Martina Brugnara, T-Yong Chung, Ghigos, Thanos Zakopoulos e Carlo Contin una collezione di improbabili stecche da biliardo posizionate lì dove le stecche devono trovarsi, vicine ai tavoli da biliardo, per essere utilizzate nel gioco.

In modo diverso, entrano ancor più di soppiatto, i taglieri della collezione di Ico Parisi, realizzati per lui da artisti e designers che frequentavano la sua casa a Spurano di Ossuccio, secondo un accordo: gli amici di Parisi, per aver libero accesso all’abitazione sulle sponde del lago di Como, accettavano la sfida di trasformare un tradizionale tagliere in un’opera d’arte da appendere alle pareti. In questa mostra nel bar di Via Candiani, i taglieri ottengono la posizione pensata da Ico Parisi, sulle pareti, intorno ai tavoli, in mezzo ad amici che conversano, discutono e sorridono. Pur essendo opere d’arte esposte durante la Milan Design Week, i taglieri si mostrano ai visitatori in modo semplice, adatto alla location che li ospita, e in questo senso passano quasi inosservati. Tutto questo diventa possibile grazie al Museo di Arte Contemporanea di Lissone, che per questa occasione unica, dà in prestito la collezione di Parisi e la dona per pochi giorni, agli occhi dei visitatori del Fuorisalone. Il cardine che lega le stecche da biliardo, progettati ad hoc per questa esperienza, e la mirabile collezione di taglieri dei maestri e gli artisti del ‘900, è la loro presenza silenziosa le une nel posto più adatto, lì dove le si utilizza per poter giocare, gli altri in un contesto dove, seppur opere di incredibile fattura, risultano quasi nascosti seppur esposti come meritano. 

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