Mi chiamo Luca Trombetta, ho 24 anni e, come potete vedere da curriculum, sono uno studente all’ultimo anno (finalmente) di Disegno Industriale presso il Politecnico di Milano. Non starò qui a raccontarvi che il design è la mia vita, perché non è assolutamente vero. Il terzo anno di corso sono caduto in profondissima crisi ed ho capito che, forse, quella del designer non è la carriera adatta a me. Preferisco occuparmi di quella degli altri. Da qui nasce la mia passione per il giornalismo. Sfoglio assiduamente le pagine di Interni ed Elle Decor (che sono le testate di design che preferisco) per tenermi aggiornato sulle ultime novità nel “nostro settore”. Dopo la Laurea mi piacerebbe lavorare presso la redazione di una rivista di design o più ancora come copy-writer per un’agenzia di pubblicità . Non a caso in questo periodo sto cercando uno stage lavorativo in quest’ultimo settore. Altre grandi passioni che coltivo sono le immersioni subacquee e la pallavolo, gli sport che pratico da due anni questa parte.
Non manco mai all’appuntamento annuale con il Salone del Mobile e con il ciclone di eventi che questa macchina gigantesca si trascina dietro. Ogni anno cerco di intrufolarmi ai Saloni come addetto stampa free-lance mendicando la cartella stampa che la Cosmit mette a disposizione dei giornalisti (l’anno scorso era davvero bellissima… immaginate uno zaino della MH Way…).
E ogni anno vengo regolarmente trascinato in giro per Milano dai miei compagni di corso per prender parte ai famigerati “aperitivi”, durante le presentazioni delle nuove collezioni. Ovviamente il percorso FuoriSalone in zona Tortona-Savona e dintorni rappresenta il fiore all’occhiello di questo tour-de-force, l’appuntamento “a cui non si può mancare”. Nonostante tutto, mi spaventano i branchi di designer nero-vestiti che invadono Milano ad Aprile e mi sono sempre chiesto come mai coloro che dovrebbero rallegrare le nostre case con le loro creazioni debbano avere un aspetto così funereo. Sarà che il dolcevita corvino fa tanto status symbol?!?!
Scherzi a parte, tutte le iniziative del fuori Salone non sono solamente una kermesse alcolico-mangereccia, ma la vetrina di molti designer/aziende che non possono permettersi uno stand in fiera (i prezzi, si sa, sono proibitivi). Non solo, ma anche le grandi firme del design hanno capito che un Evento al di fuori dell’ambito fieristico è la carta vincente per ottenere massima visibilità e ritorno mediatico straordinari. Cappellini, che invade puntualmente SuperStudioPiù, docet.
L’attenzione che si scatena sugli eventi fuori-salone giustifica anche l’ingresso di molte case di moda nel mondo del design e dell’arredamento. Personalmente ho potuto studiare il caso Missoni Home, il frutto di un’operazione commerciale molto azzeccata, dal momento che il core business dei Missoni è proprio la produzione tessile, la quale può adattarsi sia all’abbigliamento, che all’arredamento della casa. Armani e Paola Navone (l’art director di Armani Casa) richiamano tanta attenzione durante la presentazione della nuova collezione per la casa, quanto le sfilate di pret-a-porter. La Versace propone le sue poltroncine neo-barocche in uno show-room accessibile solamente al jet-set internazionale. Roberto Cavalli organizza un mega party tutto calciatori e veline per presentare tovaglie e tappeti che starebbero bene solamente in casa di Marta Marzotto.
Si dice che il settore del design italiano stia vivendo una fase di stallo e che il Made in Italy stia entrando in crisi, scalzato dalle produzioni straniere a basso costo di manodopera. A mio avviso il Salone del Mobile e specialmente gli eventi fuori salone sono le occasioni per
1.proporsi al pubblico nel modo piĂą accattivante e immediato 2.confrontarsi con la concorrenza di altri paesi 3.verificare la creativitĂ delle nostre imprese (il plus valore che ci ha reso famosi nel mondo) 4.toccare con mano la qualitĂ del design nostrano
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istruzione
1998_2004 Milano Iscritto al 5°anno di Disegno Industriale presso il Politecnico di Milano iirizzo: Comunicazione, strategie ed eventi per il sistema moda
Percorso formativo:
1998_2001 product design 2001_2002 design for communication (graphic & web design) 2002_2003 design & management della moda, corso congiunto Politecnico di Milano – Università Commerciale L. Bocconi
Esami sostenuti presso l’Università Commerciale L.Bocconi nell’anno accademico 2002_2003: strategie di marketing per il sistema moda 1 e 2 (28/30 e 30L/30) economia e tecniche di comunicazione aziendale (28/30) storia economica della moda (30L/30)
Esami sostenuti: 29/32, media degli esami: 28/30
1994_1998 Milano MaturitĂ Classica (54/60) presso il Liceo Classico C. Beccaria di Milano
2003-04 (in team) finalista al Concorso per l’allestimento della mostra I-DoT (Italian Design on Tour) 04-05, patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Assocamerestero e Museo del Design di Milano.
2002-03 (in team) ricerca tendenze per Preclers Paris; copricapo in feltro per Cappellificio Cervo; stivali sportivi per Vibram; outfit per La Perla Prêt-à -Porter; sistema di tappeti e tessili per la casa per Gervasoni; corporate image di emittente radio per Diesel; spazio “Missoni Atmosphere”, presentato
nell’ambito del progetto “La moda va in vacanza”
2001-02 (in team) sviluppo di portale web per Slow Food; immagine coordinata per nuovo prodotto Martini; sviluppo prototipo sito internet “Milano da bere”
1999-00 (individuale e in team) campagna pubblicitaria e immagine coordinata per il film “Seven”, porta-occhiali per Oakley; Spremiagrumi per Acea Manodomestici; immagine coordinata per Triennale di Milano; pannelli fonoassorbenti per Eraclit |