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Blog Image Mutant Architectural & Design
Tuesday, 19 April 2011 | 20:16
di Francesca Padovan

EVENTO: MUTANT ARCHITECTURE&DESIGN
VOTO: stellina stellina stellina stellina

Al centro una porzione di prato a forma di cerchio è stata tagliata di più e l’erba, che risulta di un verde più chiaro, accoglie strutture lineari nere, sottili, non facili da vedere subito ma non per questo invisibili. Sempre nel prato una grande sfera celeste nella quale la luce bianca di una giornata a tratti nuvolosa filtra. Tutto attorno due piani dove piccole silhouette umane si spostano, parlano, indicano, si accorgono delle esili strutture in ferro solo ora. Tra gli alberi delle sedie di vario materiale, dalla stoffa alla plastica, dalla forma più tradizionale a quella più inusuale. La gente si toglie le scarpe, si siede, legge, interagisce. Su gradini di marmo due ragazze discutono, qualcuno è disteso alla ricerca di prospettive fotografiche inusuali, i bambini scoprono, toccano, ascoltano mentre piccoli volantini colorati volano via. Le persone fanno parte delle opere, le toccano, le vivono, testano la loro comodità, la loro funzionalità, non ci si limita a dire ‘mi piace’ o ‘non mi piace’, il concetto di bello prende un altro significato. Questa non è arte, è design, o ancor meglio ‘progettazione’. Gli oggetti non solo vengono ma vanno toccati, ogni tipo di performance va attraversata, esplorata, criticata. Non c’è paura di allungare un dito, non c’è un allarme che suona dopo essersi avvicinati troppo all’opera, non c’è un vetro che protegge “l’olio su tela”, non c’è il noioso guardasala che ripete a intermittenza “please, no photo”, non si prosegue lungo la linea retta di una galleria d’arte, ma ci si sposta, si va alla ricerca, si odora l’aria, ci si stanca perché ci si muove, non perché le ginocchia non reggono più il peso morto del visitatore costretto alla stessa prospettiva ad ogni passo. Mi siedo su una poltrona forse di sughero, mi accorgo che dondola e mentre io mi abbasso, il ragazzo in giacca dietro di me sale improvvisamente, ci si volta, si cerca di comprendere cos’è successo, si capisce la funzionalità, si uniscono le forze e si fa dondolare la poltrona assieme, divertendosi. Allo stesso tempo si testa la funzionalità di quell’oggetto, si vive quella poltrona che altro non è che l’idea divenuta concreta di un progettista.

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