La galleria MAGROROCCA è lieta di presentare l’artista
Tamara Kostianovsky
"Seeing Red"
date: 23 marzo – 30 aprile 2011 opening: mercoledì 23 marzo 2011 ore 18.30
L’artista sarà presente
MAGROROCCA Galleria d’Arte
Largo Frà Paolo Bellintani, 2 – 20124 Milano tel. +39 02 29534903 info@magrorocca.com www.magrorocca.com
orari galleria: 10.00 - 12.30 / 15.30 – 19.00 – lunedì e festivi chiuso
Tamara Kostianovsky nasce a Gerusalemme, in Israele nel 1974 e cresce a Buenos Aires, Argentina, attualmente vive e lavora a New York ed è membro della facoltà presso la School of Visual Arts.
Un museo, un progetto, NY, PS1, Studio Visit.
Mostre personali includono Black and White Gallery (2008), il Philadelphia Museum of Jewish Art (2006), e El Centro Cultural Borges JL, Buenos Aires, Argentina (2000). Tra le altre sedi il suo lavoro è stato esposto in mostre collettive al Jersey City Museum NJ (2010) e al Godwin-Ternbach Museum Queens College NY (2010); al Jewish Museum, NY (2009), ed El Museo del Barrio, New York (2007), Exit Art, New York; Socrates Sculpture Park, NY (2009); ha partecipato a “The 798 Beijing Biennale” Beijing China (2009)
Nel 2002 è stata premiata dalla Fondazione Banco Pcia de Buenos Aires al Museo Nacional de Bellas Artes, Buenos Aires Argentina.
In aggiunta al Guggenheim Fellowship (2010), Tamara Kostianovsky ha ricevuto numerose borse di studio, premi selezionati includono il NYFA New York Foundation for the Arts (2009), Socrates Sculpture Park (2009), la Fondazione Pollock-Krasner (2008), e il Consiglio Pennsylvania per le Arti(2005).
"Seeing Red" è la prima mostra personale in Italia dell’artista Israeliana Tamara Kostianovsky. Per la creazione di queste opere l’artista ha usato diverse stoffe e tessuti per evocare carne, ossa, cartilagini e lastre di grasso nelle sculture a grandezza naturale delle carcasse animali. Le opere sono accuratamente ricostruite usando abbigliamento estratto dell’ex guardaroba reale dell'artista, il materiale collega il nostro corpo con il lavoro. Le costruzioni “patchwork” sono decisamente grottesche, carne appesa a ganci in uno spazio antisettico. L’artista usa il termine cannibalizzazione per meglio spiegare il concetto del suo lavoro. La sua intenzione è quella di confrontarsi con gli spettatori e la natura reale e grottesca della violenza, offrendo un contesto per riflettere sulla vulnerabilità della nostra esistenza fisica, la brutalità, la povertà, i consumi e le esigenze voraci del corpo.