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SATELLITE POCO STELLARE
Sunday 20 April 2008 | 14:53

Event: salone satellite  
Vote: 


Design week è Salone. E’ Fiera.
Ma è soprattutto Salone Satellite. Obiettivo di tutti gli studenti/progettisti appassionati e un po’ sognatori che hanno voglia di mettersi in gioco, di mostrarsi, sperando che l’anno seguente, magari, si venga destinati al padiglione 8..quello del Design.
Quest’anno decido di dedicare al Satellite il giorno d’apertura così ho modo di evitare la calca e posso guardare tutto con calma.
Filo conduttore è l’ecosostenibilità. E un po’ rido dentro se penso che tutti si riempiono la bocca di questa parola senza effettivamente rendersi conto di cosa voglia dire vivere in modo ecosostenibile. Ma va be, fa sempre scena. E quale può essere il colore dell’ecosostenibilità se non il verde? Ebbene sì, totally green. E un’eco molto Vasareliana (a mio parere) nelle zone di transito che riportavano sui vari pannelli delle forme geometriche a tinte piatte disposte per ricreare movimento visivo e rompere l’uniformità del colore di fondo.
Andare in Fiera il primo giorno ha come unico pro la possibilità di poter respirare tranquillamente e camminare senza rischiare di soffocare nella bolgia. All’atto pratico poi è tutto un contro. E’ un contro perché gli stands non sono del tutto completi, i ragazzi destinati al rapporto con il pubblico sono ancora un po’ impacciati e non tutti sono in grado di fornire informazioni adeguate nella lingua adeguata (e non venite a dirmi che con il cinese siete tutti una potenza!!!).
La mia coscienza critica è notevolmente cresciuta e maturata. E a malincuore mi tocca dire che questo Satellite mi ha lasciato un po’ insoddisfatta. Come quando non vedi l’ora di assaggiare quella brioche che hai visto in panetteria: entri e la compri di corsa, vai per addentarla…e il ripieno in realtà è un puntino di cioccolata moliccia. Si, quelle cose che non ti aspetteresti mai.
Intendiamoci, non sto dicendo che non mi è piaciuto. Semplicemente non ha destato in me stupore. Pochi sono stati i progetti che mi hanno tolto dalla bocca un “UAU” sincero e convinto. Poca genialità, secondo me. Per fortuna tanta ironia. Ma quella nel nostro lavoro è fondamentale: bisogna ironizzare sulla quotidianità e sui nostri stessi bisogni, solo così è possibile lanciarsi in voli pindarici tradotti in progetti capaci di strapparci un sorriso.
E come ogni anno, tirando le somme, trovo delle caratteristiche comuni, un fil rouge che percorre tutte le visioni progettuali.

_legno curvato: presente in quasi tutti gli stands. Sarà che fa molto “eco”, ma non avranno mica esagerato?

_appendiabiti: se non hai una collezione di appendiabiti non sei cool, per niente! Mai lasciare al caso dettagli come questi!

_360°: sinonimo di versatilità, divani componibili capaci di far ruotare tra loro i vari pezzi e armadi double face.

_decorativismo spinto: ghiri gori a gògò, troppo ovunque, ridondanza e a tratti pesantezza… Sfoceremo in rivisitazioni barocche? Ommioddio spero di no!!!

Un mille e lode ai ragazzi (tra l’altro del poli e di cui mi spiace non ricordare il nome) e ai loro progetti per i complementi dedicati ai non vedenti: gli unici ad avermi veramente convinta. Sono stati la prova tangibile che design è utilità, è comprensione dell’esigenze, è miglioramento delle vite altrui anche quando si tratta di scenari diversamente normali.
Salone satellite: voto complessivo: 6
Troppo decorativismo,
poca genialità,
ci rivediamo il prossimo anno.

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