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Sulla via del Bonheur / Into Happiness
Una favola designed by Florence Jaffrain
Florence Jaffrain
Gli oggetti e i mobili di design possono rispondere alle esigenze di funzionalità quotidiana ed essere allo stesso tempo stimolatori sensoriali?
Persuasa che questa ambivalenza sia non solo possibile ma anche necessaria, Florence Jaffrain si è imposta come la designer della stimolazione sensoriale e del risveglio dell’anima!
Il suo scopo non è quello di generare dei nuovi bisogni ma di creare delle nuove posizioni che ci portino alla presa di coscienza dei nostri corpi.
L’oggetto diventa allora un mezzo che permette di riconnettere il corpo e lo spirito-due entità che sono state artificialmente separate nella nostra società fondata sulla logica cartesiana.
Una volta riconnessi con il proprio spirito, Florence sostiene che saremo capaci di percepire il mondo in un modo sensibile e di trovare l’armonia anche là dove il ragionamento analitico non vede che delle contraddizioni.
Questo discorso vi sembra astratto?
Allora provate i mobili di Florence, lasciatevi andare e capirete il senso di queste parole con i vostri sensi.
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YOUNOW:
Per Florence Jaffrain creare un nuovo oggetto in una società di consumo già saturata ha un senso solo se questo ha un influsso positivo sul cuore di questa società. Per promuovere il lavoro di altri creatori che condividono la stessa aspirazione, Florence ha creato YOU KNOW, un nuovo editore che sarà il punto di convergenza di tante energie creative.
Non si tratta di attirare l’attenzione su una causa in particolare o di promuovere un’ideologia perché sono già abbastanza problemi evidenti che richiedono altrettante soluzioni evidenti. Lo scopo è di agire e di incitare all’azione, di amare e di incitare ad amare. Dando il cambio allo Zio Sam, YUO KNOW ci apostofa: «stà a VOUS e ADESSO di contribuire al cambiamento
Sulla strada del Bonheur…
Bonheur non è semplicemente un progetto isolato; altre creazioni l’hanno preceduto ed il loro insieme crea un percorso di idee, una storia.
Al principio era la seduta a terra...
Nelle sue ultime creazioni Florence Jaffrain esplora e sviluppa le possibilità offerte dalla seduta a terra per svegliare il corpo e l’anima.
Quello che inizialmente ha interessato in modo particolare Florence è che, dando un’ampiezza maggiore ai movimenti del corpo che effettuiamo per alzarsi e per sederci, questo tipo di seduta ci fa prendere coscienza della nostra corporalità. Inoltre il fatto di sedersi più in basso implica delle posture che sono più vicine a quelle che assumiamo quando ci sdraiamo e, di conseguenza, ci invitano al rilassamento.
Ritroviamo quindi una formidabile alchimia che permette sia di conservare il corpo tra il risveglio e il rilassamento.
Ma al di là dei limiti del nostro corpo, il risveglio dell’anima richiede una vera aperta sull’ambiente, sull’altro; ed anche qui l’altezza della seduta gioca un ruolo determinante perché per Florence è a terra che prendiamo l’energia essenziale della Terra. La seduta è, ancora una volta, un invito a riconnettersi, a ritrovarsi su un piano di semplicità e uguaglianza.
Florence gli infonde l’energia vitale
Il desiderio di Florence di trasmetterci l’amore per le sue creazioni la porta, naturalmente e maliziosamente, a toccare l’innocenza delle nostre anime. E, se l’universo che lei re-incanta per noi ci sembra infantile al primo sguardo, questa è una sensazione che abbiamo voglia di approfondire.
Facendoci ritornare alla prima infanzia, Florence vuole farci ricordare i valori umani essenziali che ognuno di noi ha in sé quando entra nel mondo.
Bisogna precisare che il ritorno all’universo infantile non è una regressione; al contrario è solo con la maturità che riusciamo a liberarci di ciò che ci blocca e a ritrovare la semplicità essenziale e la pura energia vitale.
Quello che nel bambino è solo un istinto nell’adulto diventa saggezza, perché quest’ultimo ha la capacità di fare delle scelte coscienti che sono il risultato della sua esperienza.
Nell’infanzia, il saggio riesce ad attingere i principi dell’eros: la voglia di giocare, d’incontrare, di scoprire e di costruire. In breve, Florence vuole comunicarci l’energia vitale.
E il mobile diventa parola
Nelle sue ultime tre creazioni, per sottolineare il messaggio, Florence ha avuto l’idea di disegnare delle sedute con forme di ideoogrammi. Il mobile diventa allora «mot-bilier» da «mot» ovvero «parola» e il solo fatto allora di manipolare l’oggetto o di sedercisi sopra prende allora un valore simbolico.
L’incontro Face2Face
Costituita dal simbolo « + » e « x » che può incastrarsi in una serie infinita di combinazioni, il pezzo chiamato Face2face, è un invito all’incontro, all’unione, alla somma delle forze. Ogni elemento è regolabile nelle sue multiple posizioni ed esiste in diversi colori. Si possono così reinventare senza sosta nuove configurazioni, nuovi modi d’incontrarsi per trovare un terreno d’intesa.
Il risveglio dei Bonshommes
La seconda seduta è l’ ideogramma generalmente utilizzato per rappresentare l’Uomo.
Chiamata Bonshommes perché rende omaggio a ciò che è «bon/buono» in noi, questo pezzo ci consegna un messaggio umanista di solidarietà facilmente leggibile: «L’Umanità è il nostro fondamento». Senza grandi discorsi, semplicemente nella gioia, Florence ci incalza a ritrovarci, a scambiarci, a condividere i nostri principi basilari.
E dato che dietro i simboli di YOUNOW si vuole un’azione concreta, il 25% degli introiti del progetto saranno devoluti a delle associazioni umanitarie.
Bonheur
Abbiamo già detto che le creazioni di Florence formano una storia. Per essere più precisi, si tratta di una trilogia: Face2face è l’episodio dell’incontro, Bonshommes quello della Solidità, e dato che amiamo i lieti fini, ecco Bonheur…
Questo progetto, che sarà presentato durante la settimana del design durante il Salone del Mobile 2010, è un evoluzione di Bonshommes. Florence Jaffrain riprende lo stesso pittogramma e lo piega fino ad allacciare i piedi del bonhomme alle spalle. La curva leggermente torta delle gambe dà l’impressione di un movimento che è sicuramente familiare...
Cercate di ricordarvi. Avevate cinque anni. Eravate sdraiati nell’erba ad osservare... il mondo era così nuovo per voi che tutto era occasione di meraviglia. Non vi era ancora stato chiesto di separare il vostro io intimo dal vostro io sociale. A quel tempo eravate una cosa sola. Avevate questo sentimento d’unità tra voi stessi ed il mondo che, del resto, non era che un’estensione del vostro corpo.
D’altronde l’avete provato spesso, mettere il mondo all’inverso non è complicato, basta una capriola all’indietro ed il giro è fatto ! Voilà. Una capriola. E’ semplice come un «Bonheur».
Ma, al di là dell’aspetto scultoreo dell’oggetto, come ci sentiamo all’interno di questa seduta che sembra volerci avvolgere? Un po’ come quell’uomo perfetto che ci descriveva Aristofane (plagiando per anticipazione senza dubbio Florence Jaffrain!) nel Convivio di Platone:
«Una volta la nostra natura non era come quella attuale, era molto diversa. […] ogni uomo era nell’insieme di forma rotonda, con schiena e fianchi arrotondati, quattro mani, altrettante gambe, due volti in tutto identici su un collo rotondo e, su questi due volti opposti, una sola testa, quattro orecchie, due organi genitali e tutto il resto corrispondente. Camminava dritto nel senso desiderato e, quando correva veloce, faceva come i saltimbanchi che corrono in cerchio lanciando le gambe in aria […]». Platone, Il Convivio.
Come avrete notato c’è qualcosa di grottesco nella descrizione di questo essere perfetto, come c’è qualcosa di grottesco nel sedersi sulla faccia di un bonhomme in mousse e nel servirsi delle sue chiappe come poggia testa. Ora, tutto ciò fa esattamente parte dell’esperienza che Florance ci propone di vivere: il ritorno alla semplicità originale implica di far cadere le barriere che abbiamo eretto nel corso degli anni. Bisogna andare oltre ai tabù, al pudore, alla paura del ridicolo che taglia fuori dalla realtà sensibile e ci impedisce di essere semplicemente sinceri. Questa è una delle chiavi del Bonheur.
Nel seguito della storia, gli Dei, offesi da questi grandi uomini così perfetti che avrebbero potuta fare a meno di tutto il panthèon, decidono di punirli indebolendoli. Per questo Zeus divide ogni individuo in due parti, generando una nuova forma di umanità, quella che noi conosciamo oggi.
E da quel triste giorno gli uomini (o meglio dovremmo dire i mezzi-uomini) sono condannati a cercare la loro seconda metà al fine di ristabilire l’equilibrio originario.
Ed è così che nacque l’amore secondo il poeta che finì con queste parole:
«La felicità della specie umana, è di tornare alla sua antica natura grazie all’amore, perché nell’amore c’è il nostro stato migliore.
Eros ci aiuta nel condurci a ciò cui eravamo legati, solleva in noi la speranza di ristabilire la nostra natura e di procurarci la felicità e la gioia». Platone, Il Convivio.
Questo è anche il messaggio di Florence:
«La felicità è tale solo quando è condivisa»
o, come si dice in inglese:
«Happiness is only real when chaired». ;-)
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